domenica 11 settembre 2011

Test universitari come "chi vuol essere milionario"

La "famosa" Grattachecca...
Al test per l'ammissione alle lauree delle facoltà sanitarie della Sapienza di Roma sono emersi quesiti molto particolari, come: Nei pressi del noto liceo Tacito di Roma si trova la "grattachecca di sora Maria", molto nota fra i giovani romani. Sapresti indicare quali sono i gusti tipici serviti?
Mi chiedo e penso anche molti altri: che utilità ha nella professione medica, nonostante l'importanza della cultura generale, conoscere una tradizione tipicamente romana, che è praticamente sconosciuta a laureandi provenienti dall'esterno della capitale (ve ne sono molti provenienti in particolare da tutto il sud Italia). Non sarebbe più corretto inserire nozioni storiche di interesse nazionale, tappe fondamentali della storia italiana ed internazionale?
E' dello stesso parere Claudio Cricelli, presidente della società italiana dei medici generici: "I quiz sono inutili. Non si valuta l'attitudine alla professione. Sono delle lotterie" [1]
Il rettore Luigi Frati
Ma forse ciò che più mi fa riflettere e indignare è la risposta alle proteste del sindacato universitario: "Era una domanda a cui avrebbe saputo rispondere anche un coglione" [2]. Senza alcuna vena polemica ricordo che il signor Luigi  è stato accusato di nepotismo per la presenza di tre membri della sua famiglia nel corpo docente dell'ateneo romano. [3] Sostiene che tre delle quattro opzioni erano illogiche. Ma allora l'emerito rettore della Sapienza considera i laureandi dei mentecatti, poichè incapaci a rispondere a domande da quiz televisivo, che non valutano neanche la cultura generale, ma implicano esclusivamente un apprendimento nozionistico e arretrato.
Non sarebbe meglio creare test "ad-hoc" per ogni facoltà, cercando di valorizzare i reali parametri che devono essere valutati: spirito critico e logico, capacità di essere flessibili di fronte a problemi reali. Solo così l'istruzione universitaria potrà togliersi quella patina (ormai indurita da decenni) di istituzione vecchia, certo bistrattata, ma che dovrebbe necessariamente farsi un "esame di coscienza".

NOTE:
[1][2] La Repubblica - 10 Settembre 2011 - p.25
[3]http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Frati

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