Ma tralasciando la polemica sull'obiettività dei libri, che ha assunto contorni caricaturali, concentriamoci sul vero nodo della questione: gli e-books.
Alcuni potrebbero dire: "le priorità della scuola sono altre. Mentre noi parliamo di aria fritta i plessi scolastici crollano, non c'è carta igienica nei bagni e i professori sono decimati." Non nego una parola di quanto (ipoteticamente, ma neanche tanto...) affermato; sono della stessa opinione, ossia che si debbano risolvere prima i problemi strutturali (anche degli edifici) e successivamente parlare di computer, i-pad e lavagne elettroniche. Senza edificio scolastico non si impara, senza lavagna eletronica si, magari solo un pò peggio (??).
Ma dietro questa propaganda si nasconde il vero problema: il governo (non inteso come coalizione al potere: tutti i governi succedutisi) non vuole "tirare fuori una lira" per la scuola. Non penso che se in futuro venissero utilizzati gli e-book per i-pad il ministero pagherebbe l'hardware, ossia in definitiva non spenderebbe niente.
In Corea il passaggio a libri digitali è costato un miliardo e 600 milioni di euro, mica noccioline. Ma i potenti dicono: bisogna che le famiglie spendano meno in libri di testo. Ma gli unici che spenderebbero meno sarebbero loro.
Ultimo, ma non ultimo: pensate veramente che ci sia interesse a eliminare il formato cartaceo? Io penso di no, visto che una delle maggiori case editrici di volumi scolastici ha iniziali in M...
Note:
cfr. http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/31/la-propagnda-del-libro-digitale/154322/
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