sabato 3 settembre 2011

La demagogia del testi scolastici

Durante l'estate 2008 - il ministro Gelmini e Tremonti -, spinti forse dalla necessità di consensi, iniziarono a parlare dei libri digitali (e-book), sostenendo che entro il 2011 sarebbero stati sostituiti i testi cartacei; in parallelo veniva portata a termine una battaglia contro i testi considerati "politicamente schierati" (lascio immaginare verso che fazione politica), ossia lacunosi su alcuni argomenti e ridondanti su altri (forse la rivoluzione francese potrebbe instillare nei ragazzi un sentimento di rivolta sopito da oltre 220 anni?). Poi penso: anche se non fossero obiettivi, cosa cambia? Noi tutti i giorni alla televisione, alla radio, sui giornali ascoltiamo politicanti che promettono, spendono, spandono e si rimangiano tutto negando spudoratamente in un nanosecondo; eppure una persona può non credergli, perchè l'uomo ha una cosa che nessun altro animale ha: il pensiero critico. E' forse proprio questo che vogliono toglierci: la capacità di pensare, che è forte e spaventa i potenti, perchè li può destituire. Le rivoluzioni, tecnologiche e non, sono sempre state fatte da due tipi di persone: gli intelligenti e gli affamati, le due "classi" delle quali i politici hanno più paura.
Ma tralasciando la polemica sull'obiettività dei libri, che ha assunto contorni caricaturali, concentriamoci sul vero nodo della questione: gli e-books.
Alcuni potrebbero dire: "le priorità della scuola sono altre. Mentre noi parliamo di aria fritta i plessi scolastici crollano, non c'è carta igienica nei bagni e i professori sono decimati." Non nego una parola di quanto (ipoteticamente, ma neanche tanto...) affermato; sono della stessa opinione, ossia che si debbano risolvere prima i problemi strutturali (anche degli edifici) e successivamente parlare di computer, i-pad e lavagne elettroniche. Senza edificio scolastico non si impara, senza lavagna eletronica si, magari solo un pò peggio (??).
Ma dietro questa propaganda si nasconde il vero problema: il governo (non inteso come coalizione al potere: tutti i governi succedutisi) non vuole "tirare fuori una lira" per la scuola. Non penso che se in futuro venissero utilizzati gli e-book per i-pad il ministero pagherebbe l'hardware, ossia in definitiva non spenderebbe niente.
In Corea il passaggio a libri digitali è costato un miliardo e 600 milioni di euro, mica noccioline. Ma i potenti dicono: bisogna che le famiglie spendano meno in libri di testo. Ma gli unici che spenderebbero meno sarebbero loro.
Inoltre manca tutto il know-how per questo "switch-off": in che formato saranno i libri, quali saranno le case editrici, che lettore verrà usato, ci sono le prese per tutti i disposisitivi...? Il MIUR non ha ancora risposto a nessuna di queste domande, quindi il progetto è destinato a partire - se mai lo farà - , ben oltre il 2011.
Ultimo, ma non ultimo: pensate veramente che ci sia interesse a eliminare il formato cartaceo? Io penso di no, visto che una delle maggiori case editrici di volumi scolastici ha iniziali in M...

Note: 
cfr. http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/31/la-propagnda-del-libro-digitale/154322/ 

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