Leggendo le pagine dei quotidiani nazionali di questi giorni si nota quanto spazio venga (giustamente) dato alla vicenda libica. Si descrivono minuziosamente le incursioni dei ribelli, la presa del compound di Gheddafi... Ma a mio parere si tralascia un fatto, ossia che il governo italiano (e non l'Italia tutta per fortuna, rappresentata in primis dal nostro presidente delle Repubblica) abbia appoggiato per lungo tempo la dittatura (nonostante alcuni cerchino di "declassare" l'operato del rais), stringendo alleanze economiche e facendo di tutto per assecondare un uomo bramoso di potere.
Non è tollerabile che un paese democratico stringa alleanze con un dittatore, permettendogli di mettere in scena teatrini di infima classe su suolo italiano.
Se c'è una cosa veramente intollerabile è quella di anteporre gli interessi economici alla libertà delle persone, "girando la frittata" a proprio piacimento.
Se si intraprende un'analisi più attenta si nota che, fino a quando per le aziende è stato conveniente amicarsi il colonnello, la politica ha intrapreso rapporti e cooperazione economica; nel momento del crollo del regime, non potendo tollerare un momento di stasi e incertezza, il governo ha intrapreso la "linea dura", in totale contrasto con le strategie precedenti.
Ma in politica la coerenza non è più sentita come un obbligo, ma almeno le spiegazioni che offre sul suo operato dovrebbero essere convincenti... Non si può affermare il diritto del Libici all'autodeterminazione, fino a quando pochi giorni prima si sosteneva un'odiosa e oppressiva dittatura. Con questo non voglio dire che i Libici non debbano avere la libertà, ma non ci si può improvvisare portatori di diritti solo quando questo "fa comodo".
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