Tutti noi siamo rimasti sgomenti alla vista delle violenze che ieri hanno messo a ferro e fuoco Roma. La scena che più mi è rimasta in mente è stata quella del rogo appiccato al veicolo dei Carabinieri, con la scritta "ACAB" (All Cops Are Bastards) e "Carlo Vive".
Ma come si fa a rivendicare un atto nel nome di un ragazzo morto per i propri ideali, che desiderava manifestare, non distruggere? Come è possibile che poche decine di persone rovinino una manifestazione pacifica con atti di violenza che nulla hanno di inerente con la protesta?
La verità è che queste persone non hanno nulla a che vedere con la libera espressione degli uomini; aspettano solo una grande manifestazione per insinuarsi nella stessa e scatenare le violenze, gettando discredito su tutto il movimento pacifico.
Queste persone non vogliono democrazia (lo dicono loro stessi, scrivendo graffiti con la A di anarchia su ogni cosa che incontrano): se fossero persone con un minimo senso dello stato non incendierebbero strumenti della forza pubblica, che è alle manifestazioni proprio per assicurare la quiete della stessa. Le forze dell'ordine non sono "contro" (forse molti di loro se fossero fuori servizio aderirebbero alle manifestazioni...), ma semplicemente si comportano come inviati dello Stato, con un compito di vigilanza.
Allora non basta dissociarsi dai vandali che recano vilipendio ad un intero movimento: bisogna aumentare la guardia in modo che essi non possano operare.
Poi ovviamente ogni governo lucra su questi fatti storpiandoli a piacimento: una volta si dice che "la sinistra" è un covo di violenti e devastatori, l'altra che la polizia ha efficacemente fronteggiato gli atti di teppismo (danni per milioni di euro...). Questi slogan sbandierati dalla classe politica sono tutti falsi; dobbiamo guardare la situazione per quella che è: una manifestazione rovinata da pohe centinaia di cretini, con la forza pubblica che non è riuscita ad intervenire tempestivamente.
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