Ormai è da decenni dimostrato che il fumo di sigarette (e pipa, sigari ed affini) abbia un effetto fortemente deleterio per la nostra salute - aumentando la possibilità di insorgenza di un tumore e di problematiche legate all'apparato circolatorio e respiratorio -, ma nessuno sapeva - o ci teneva a farlo sapere -, che nel tabacco trinciato e pressato nelle "cartine" era (ed è) presente un isotopo radioattivo: il Polonio 210.
Ovviamente il fumo di sigaretta contiene oltre 4000 sostanze, molte delle quali cancerogene. Ma è possibile che le aziende leader della produzione non sapessero della presenza di queste sostanze?
Le aziende lo sapevano dagli anni '50, ma hanno preferito dare informazioni parziali o del tutto non veritiere. Solo dal 1998- con nuove analisi e lunghe ricerche -, è emersa la verità: le sostanze radioattive presenti nel fumo incrementano notevolmente l'incidenza dei tumori al polmone.
Il grande "problema" del polonio radioattivo è che presenta un'emissione di particelle alfa, non molto penetranti, ma ad elevato potere ionizzante. Inoltre il tempo di dimezzamento (4 mesi circa) è abbastanza elevato da consentire agli atomi di depositarsi nei bronchi e rilasciare un gran numero di nuclei di elio (le particelle alfa appunto).
Il grande problema è che questa sostanza è naturalmente presente nelle foglie di tabacco. Nonostante esista una lavorazione che consente di eliminare la presenza del radionuclide, le grandi corporate del tabacco non lo hanno mai attuato su grande scala.
La salute è un bene prezioso: questo risultato emerso da ricerche scientifiche dovrebbe spingerci ancora una volta ad evitare il consumo di sigarette.
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