giovedì 17 novembre 2011

L'Amianto uccide ancora...

A Broni spetta il triste primato del comune con la mortalità più alta in rapporto al numero di abitanti. Sono stati accertati 374 decessi [1] imputabili direttamente all'industria che trattava amianto, sita a poche centinaia di metri dal centro del paese.
Lastre di Eternit abbandonate.
La malattia che colpisce i lavoratori - ma anche civili che hanno la sfortuna di vivere nelle vicinananze -, si chiama Mesotelioma Plèurico; è un'affezione rarissima, legata quasi esclusivamente all'esposizione da absesto, con una prognosi veramente infausta: una media di meno di 8 mesi di sopravvivenza dalla data della diagnosi.
Ma perchè non è stato ancora bonificato lo stabilimento Fibronit di Broni, che ha ucciso e continua a uccidere - visto il deposito di polveri -, moltissime persone, che spesso nemmeno hanno lavorato nell'industria, come le mogli degli operai. Sono presenti ancora nei piazzali dello stabilimento 300 mila metri quadrati di amianto [2], ciononostante non si è tantato di pianificare una bonifica totale, ma si sono attuati esclusivamente interventi contenitivi e non a lungo termine. Il costo di una dismissione sicura si aggira attorno ai 27 milioni di euro [3], ma governo e regione paiono non voler sentire.
Ora però - come anche per il combustibile esausto delle centrali nucleari - sorge un problema: dove possiamo stoccare tutto il materiale prelevato dai capannoni delle industrie che producono manufatti cementizi in amianto (a Casale Monferrato era presente una fabbrica del famigerato Eternit)?
La risposta è che i siti di stoccaggio dislocati sul territorio italiano sono già al massimo della loro capacità. Una soluzione adottata sarà quello di inviare i rifiuti all'estero, facendo lievitare i costi di bonifica.
Ma non sono solo le grandi industrie dell'absesto a provocare morte; in Italia sono presenti ancora un gran numero di case, stalle, acquedotti, treni costruiti utilizzando elementi in amianto. Questo fa si che nel Bel Paese si verifichi un numero di decessi collegabili all'amianto molto elevato, quantificabile in un numero che varia da 2000 a 4000 persone all'anno [4].
I manufatti in amianto abbandonati nel piazzale dell'industria.

Questa vicenda ci deve far riflettere riguardo l'uso dei nuovi materiali: l'amianto e il derivato Eternit erano stati salutati come risolutori di grandi problemi costruttivi; sono ignifughi, cattivi dispersori di calore, poco costosi e facilmente trasportabili. Solo parecchi anni dopo la nascita delle fabbriche che lavoravano amianto si scoprì la sua capacità di favorire l'insorgenza di tumori polmonari.
In uno dei miei prossimi articoli vorrei parlare di un'altra scoperta - questa volta nel campo medico-farmaceutico -, molto rivalutata negli anni seguenti la scoperta, nonostante sia tuttora utilizzato. Continuate a leggere il mio blog e lo scoprirete...

Cit.:
[1] - http://www.ilmondodipavia.it/pagina.php?b=6ZzxhGK13B
[2][3][4] - http://inchieste.repubblica.it/

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