domenica 14 luglio 2013

A proposito della cittadinanza

Ieri sera ascoltavo il telegiornale e - come terza notizia (in realtà già ampiamente dibattuta tempo fa)  - si parlava della polemica a distanza fra la presidente della Camera Laura Boldrini ed alcuni esponenti del centro-destra, per quanto riguarda lo "ius soli", il diritto di cittadinanza conferito ai nati sul suolo italiano.
Mi ha lasciato esterrefatto constatare che Roberto Maroni - intervistato - non sapesse addurre alcuna plausibile motivazione di questa avversione verso una legislazione che - ricordo - vige addirittura negli Stati Uniti d'America, un paese a dir poco fiero (a volte anche all'eccesso) dell'essere americano. Non da ultimo dobbiamo ricordare i "problemi" che gli USA hanno con l'immigrazione, in particolare dal Messico.
Ora mi chiedo: perchè dovremmo negare diritti ed opportunità a giovani perfettamente integrati, uguali ad ogni bambino/adolescenti italiano, se non per il fatto di avere genitori provenienti da un paese estero.
Quello che mi ha altrettanto sconcertato è stata la dichiarazione - a mio parere veramente poco intelligente, ma sono passibile di smentita - di Maurizio Gasparri. Parafrasando, affermava che il presidente della Camera non ha facoltà di entrare nel merito di queste questioni, perchè così facendo potrebbe influenzare il parlamento.
Prima da tutto: se i sedicenti "rappresentanti degli elettori" non hanno abbastanza intelletto per decidere autonomamente e sopra le spinte di qualcuno, si salvi chi può.
In secondo luogo: se una figura di alto calibro come la presidente Boldrini - portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati - non ha diritto di parlare riguardo questo tema, a maggior ragione uno stuolo di "profani" come molti Onorevoli non avrebbe diritto di replica.
Nessuno nega a questi di parlare, ma almeno non pongano veti a chi conosce la materia ed ha sicuramente una sensibilità e una statura morale di gran lunga superiore a molte cariatidi che siedono sugli scranni del parlamento.

P.B.

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